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Il 15 gennaio 2013 il Direttore Generale, Dott. Massimo
Ghilardi, ha comunicato di aver firmato le proroghe dei contratti del personale
a tempo determinato scaduto il 31/12/2012. Dunque, finalmente abbiamo in mano la proroga, fino alla
fine del 2013 … forse!
Si, perché la scadenza al 31/12/2013 scritta sui contratti è
accompagnata dalla clausola: “Il contratto di lavoro subordinato a tempo
determinato con il Dott. MASSIMO RAGGIRO è rinnovato fino al 31/12/2013, fatte
salve le disposizioni di legge che verranno eventualmente introdotte in materia
di contratti di lavoro subordinato a tempo determinato [...]”
Nelle premesse dei contratti, la prima ragione di proroga è
la Legge di Stabilità 2013 che proroga TUTTI i tempi determinati della Pubblica
Amministrazione (non solo INGV) fino al 31/07/2013.
Al secondo punto del contratto è citato il nostro Accordo
Sindacale del 18 Luglio 2012 col quale si stabiliva invece una proroga fino a
dicembre 2016. Si cita l’accordo sindacale, quindi, ma non si applica, visto
che la scadenza apposta è 31/12/2013 e non v’è alcun riferimento ad una
eventuale “proroga fino al 2016″.
L’Amministrazione ha cioè ignorato di nuovo l’accordo
decentrato (che pure aveva riconosciuto nuovamente valido il 20 Dicembre 2012,
con modifiche minori); ha applicato la Legge di Stabilità (ovviamente) ed ha
aggiunto 5 mesi poiché il bilancio INGV consente sicuramente una proroga fino
alla fine del 2013. Qualora subentrasse qualcosa nuova norma, però, si dovrebbe
rimettere tutto in discussione.
Ovviamente noi, stanchi di questa storia e quindi sollevati
dall’avere almeno una proroga per prendere fiato, non siamo d’accordo con
questa modalità di ripetuto scaricabarile (Funzione Pubblica prima, Governo poi, con un intervento dei Maya ad un
certo punto).
L’Amministrazione avrebbe dovuto e potuto semplicemente
prorogare i nostri contratti fino al 2016 fatta salva la disponibilità di
soldi, come da accordo sindacale, e a norma delle leggi vigenti, quindi in
piena legittimità e al riparo da paventate (ma mai chiarite) “conseguenze
amministrative”.
Se poi le leggi fossero state modificate, anche
retroattivamente, ovviamente ne avremmo preso atto e avremmo spostato la nostra
rivendicazione al Parlamento, come già avvenuto in passato.
Quello che abbiamo capito è che quando inizierà la nuova
legislatura, sperando porti persone degne e ragionevoli alla gestione della
cosa pubblica e sapendo che alla data di insediamento del nuovo governo noi
comunque saremo ancora al nostro posto, avremo un bel discorsetto da fare ai
nuovi Ministri.
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