Siamo al tramonto dell'Autonomia Scientifica
(Di Alberto Civica) In un recente comunicato la UIL RUA ha
espresso una posizione di netta critica alle esternazioni del Ministro Clini
sul ruolo e funzione dell’ISPRA. Sempre su questo tema, altrettanto
preoccupanti appaiono le dichiarazioni di falsa contrapposizione rilasciate dai
deputati PD Onorevoli Mariani e Bratti. Secondo questi su l’ISPRA bisognerà
misurare le “reali intenzioni del Ministro sulla nostra proposta di legge sulla
riforma delle agenzie”, sulla quale “vi è un’ampia convergenza delle forze
politiche”, tanto che tengono a precisare che il relatore della proposta è
l’On. Tortoli del PDL. Sulle intenzioni di Clini potremmo già fare alcune
previsioni e rassicurare Mariani e Bratti, ricordando che il Ministro si è già
espresso da tempo in favore di una super agenzia dell’ambiente. Quindi, nella
sostanza sono tutti d’accordo.
Sembra di poter dire che lo spettro
dell’agenzia si aggira nella ricerca. In questi mesi tale modello ha trovato
nel PD un nuovo attivissimo sostenitore, pronto promuovere fuori e dentro il Parlamento
interventi tesi a ridefinire la natura dei singoli Enti Pubblici di Ricerca:
ISFOL, ISPRA, INRAN, CRA, ENSE, INCA ed INEA. Da ultimo il Presidente del CNR
Nicolais ha chiuso il cerchio, sostenendo la necessità di istituire una “meta
agenzia attuatrice delle politiche pubbliche su ricerca e innovazione”.
Insomma, per Nicolais la panacea di tutti i mali sta nella super - mega agenzia
delle agenzie. Senza voler banalizzare la proposta, che avrà aspetti comunque
degni di approfondimento, il primo dubbio riguarda il ruolo da attribuire al
MIUR in questo schema.
Al di là dei soliti richiami ad una
maggiore efficienza e competitività, tanto generici quanto ovviamente
condivisibili, in tema di ricerca sarebbe bene ricordare alcuni aspetti. Il più
evidente è costituito dai continui tagli operati dai diversi Governi alle
risorse finanziarie e riproposti anche da Monti: sembra paradossale che nella
proposta del sistema delle agenzie non ricordi il processo di costante
disinvestimento nella ricerca italiana ed i conseguenti effetti negativi in
termini di organizzazione, attività e valorizzazione professionale.
Senza la previsione di risorse adeguate,
appare fuorviante e paradossale discettare sull’inadeguatezza dell’attuale
sistema e puntare tutto su una mera riforma degli ordinamenti. E’ del tutto
evidente che la modifica della natura giuridica, da Enti ad Agenzie e super
Agenzie, non possa di per sé migliorare le cose. In questo senso, il solito
richiamo ad altre nazioni virtuose dovrebbe essere fatto con maggiore onestà
intellettuale, ricordando anche il livello di finanziamento e non solo lo
schema organizzativo.
Se termini e concetti hanno ancora un
senso compiuto, va sottolineato infine che il modello delle agenzie rimanda ad
un assetto in cui viene sacrificata l’autonomia degli Enti di Ricerca, a fronte
di un maggior controllo del Governo e in ultima analisi della politica. Già da
tempo assistiamo ad una occupazione dei vertici degli EPR da parte della
politica, quella stessa che oggi ne invoca una sostanziale riforma. Manca
quindi solo l’ultimo passo: istituzionalizzare tale controllo ed eliminare
anche la parvenza del principio dell’autonomia della ricerca. Con buona pace di
quanto previsto dalla Costituzione e degli inascoltati appelli del Presidente
Napolitano.
Il Segretario
Generale UIL RUA
Alberto
Civica
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