Benvenuto nel nostro blog!


"Se ho potuto vedere più lontano degli altri... è perché sono salito sulle spalle dei giganti".

Isaac Newton




Translate

venerdì 17 ottobre 2014

Precari Istat: video-appello!

Al seguente Link trovate un meraviglioso video appello dei Precari ISTAT.
Anche loro, come molti di noi, in scadenza di contratto al 31.12.2014.
Renzi, ci senti!?
http://shar.es/1mllqa

Fonte: Agorà - Rai 3
Si Edoardo Di Lorenzo


mercoledì 15 ottobre 2014

Adesione Conferenza Stampa del 18 Ottobre 2014.


La Rete Ricerca Pubblica aderisce alla lettera aperta "Hanno scelto l'ignoranza",appello di un gruppo di scienziati di diversi paesi europei per una ripresa degli investimenti in Ricerca e Sviluppo su tutto il Continente e per una difesa del ruolo essenziale della scienza nella nostra società, specie in un momento di crisi come quello attualmente attraversato.
L'iniziativa è stata accompagnata da una mobilitazione a livello europeo che si concluderà sabato 18 ottobre, in concomitanza dell'arrivo a Parigi della marcia “La Science en marche”. Quello stesso giorno, dalle ore 10:30, si terrà una conferanza stampa a Roma, presso lo spazio Fandango in Via dei Prefetti 22, cui parteciperà anche Rete Ricerca Pubblica insieme alle altre reti e associazioni che hanno aderito alle iniziative italiane.
La lettera è stata ripresa dalle principali riviste scientifiche internazionali tra cui Nature, Science e New Scientist, ed è stata pubblicata dai maggiori quotidiani europei: Le Monde, Le Soir, El Pais, The Guardian, La Repubblica, e molti altri in Portogallo, Grecia e Polonia.
Puoi leggere il testo della lettera qui o di seguito. Puoi sottoscrivere la lettera qui


 Comunicato Stampa
Sabato 18 ottobre alle 10.30
Spazio Fandango, 
Via dei Prefetti, 22, Roma
  
Moltissimi scienziati di diversi paesi europei lanciano un allarme congiunto e annunciano iniziative contemporanee in tutta Europa per il 18 Ottobre 2014. L’appello, sottoscritto da migliaia di ricercatori d’Europa e del mondo, è contenuto in una lettera che è possibile leggere e sottoscrivere al seguente link openletter.euroscience.org.

Dei contenuti della lettera e della distruzione della ricerca scientifica in Europa si parlerà a Roma in una conferenza stampa indetta dai ricercatori di tutta Italia il 18 Ottobre alle ore 10.30 presso lo spazio Fandango.

L’iniziativa è promossa a livello Europeo da EuroScience e in Italia da decine realtà di attivismo nel mondo dell'’università e della ricerca Pubblica perlascienzaperlacultura.eu

L’intenzione è quella di denunciare la direzione distruttiva delle politiche della ricerca promossa in tutti gli stati membri. Quest’analisi critica, pubblicata contemporaneamente in diversi quotidiani in Europa, vuole suonare come un campanello d’allarme per i responsabili politici perché correggano la rotta e per i ricercatori e i cittadini perché si attivino per difendere il ruolo essenziale della scienza nella società.

  • responsabili delle politiche nazionali di un numero crescente di Stati membri dell’UE hanno completamente perso contatto con la reale situazione della ricerca scientifica in Europa.
  • Hanno scelto di ignorare il contributo decisivo che un forte settore della ricerca può dare all'economia, contributo particolarmente necessario nei paesi più duramente colpiti dalla crisi economica.
  • Hanno scelto di ignorare che l’investimento pubblico in R&S è un attrattore d’investimenti privati.
  • Hanno scelto di ignorare il tempo e le risorse necessarie per formare ricercatori.
  • Hanno scelto di ignorare che la ricerca applicata non è altro che l’applicazione della ricerca di base e non è limitata a quelle ricerche con un impatto di mercato a breve termine, come alcuni politici sembrano credere.
  • Hanno scelto di ignorare come funziona il processo scientifico; che la ricerca richiede sperimentazione e che non tutti gli esperimenti avranno successo; che l’eccellenza è la punta di un iceberg che galleggia solo grazie alla gran massa di ghiaccio sommerso.
  • Hanno scelto di ignorare la sinergia critica tra ricerca e istruzione.


Hanno scelto di ignorare tutto questo, ma noi siamo determinati a ricordarglielo perché la loro ignoranza può costare il nostro futuro. Come ricercatori e come cittadini, formiamo una rete internazionale per promuovere lo scambio d’informazioni e di proposte. Ci stiamo impegnando in una serie d’iniziative a livello nazionale ed europeo per opporci fermamente alla distruzione sistematica delle infrastrutture di R&S nazionali e per contribuire alla costruzione di un’Europa sociale costruita dal basso. Sollecitiamo gli scienziati e tutti i cittadini a difendere questa posizione con noi.

Non c’è altra possibilità. Lo dobbiamo ai nostri figli, e ai figli dei nostri figli.


INTERVENGONO..

Introduce e Modera Carlo di Foggia (Il Fatto Quotidiano)

 Interventi

·          Antonio Bonatesta, ADI,  www.dottorato.it/adi/

·         Alberto Campailla, LINK, linkcoordinamentouniversitario.it/

·         Daniela Palma, keynesblog.it

·         Federica De Luca, Rete Ricerca Pubblica, retericercapubblica.blogspot.it

·         Francesco Sinopoli, FLC CGIL

·         Francesco Sylos Labini, roars.it

·         Emanuele Toscano, ricercarsi.it

·         Stefania Tuzi, rete29aprile.it

·         Paolo Valente, iononfaccioniente.wordpress.com

·         Francesco Vitucci, ricercarsi.it




venerdì 10 ottobre 2014

Affare EPR: la Commissione Approva!

Sala Nassirya - Senato della Repubblica (Sen. Bocchino, Sen. Di Giorgi, Nobel Prof. Rubbia)


Si è svolta ieri, in Senato, la Conferenza Stampa durante la quale è stato presentato il testo della Risoluzione della Commissione VII sull’Affare EPR.


Il testo è stato approvato all'unanimità dalla Commissione VII e pare sia stato assunto dal Governo come Linea Guida per i futuri interventi normativi sul comparto.

Il testo licenziato recepisce nella sostanza tutte le istanze che la Rete Ricerca Pubblica aveva promosso in Audizione e può essere considerato un ottimo punto di partenza per il futuro, negli stessi termini si è espresso il Senatore Bocchino presentandolo ieri in Sala Nassirya “non è un punto d’arrivo, per quanto frutto di fatica e conflitti, voglio immaginarlo come un momento storico ma un punto di partenza”.

I punti salienti discussi durante la conferenza stampa sono sostanzialmente qattro:

1) L’integrazione dei fondi per la ricerca di circa 3 Miliardi in 7 anni per raggiungere una quota di investimenti sul PIL che avvicini l’Italia all’Europa e l’Istituzione di un Fondo Unico Ordinario per tutti gli EPR (Miur e Non Miur) per consentire una più adeguata programmazione.

2) Una Riforma della Governance degli Epr che tuteli l’Autonomia degli EPR ESISTENTI riportando “a sistema” la frammentazione attuale fra enti vigilati dal Miur ed enti vigilati da altri ministeri (“ tale passaggio non esclude accorpamenti di Epr per ridurre duplicazioni” CIT. Sen. Di Giorgi). Tale riforma prevede un disegno organico su più livelli.

  • L’istituzione di una Cabina di Regia unica per la Programmazione unitaria della Ricerca (PNR) presso la Presidenza del Consiglio.
  • L’Istituzione di un’Agenzia Nazionale della Ricerca che avrà compiti di Gestione dei fondi.

3) Un piano straordinario di reclutamento del personale negli EPR, che hanno quote di precariato da record, con il contestuale superamento del meccanismo delle Piante organiche.
4) Il superamento per gli EPR dei vincoli gestionali tipici della PA.
I Senatori Bocchino e Di Giorgi hanno ribadito che il momento storico non è casuale e che la Commissione con questa risoluzione ha voluto mandare un segnale chiaro al governo in vista della legge di Stabilità, l’intenzione chiara è quella di scongiurare altri tagli lineari e altri tagli agli Enti di ricerca, per i quali ulteriori riduzioni di finanziamenti potrebbero costare la sopravvivenza stessa degli Enti. Pare che Il Ministro Madia e il Ministro Giannini stiano già lavorando ad alcune bozze di Decreto.

Qualcosa si muove.. ma di questi tempi nessuno “stia sereno”.

Hanno scelto l’ignoranza

Credit-V

Firma la Petizione qui

Scienziati di diversi paesi europei descrivono in questa lettera che, nonostante una marcata eterogeneità nella situazione della ricerca scientifica nei rispettivi paesi, ci sono forti somiglianze nelle politiche distruttive che vengono seguite. Quest’analisi critica, pubblicata contemporaneamente in diversi quotidiani in Europa, vuole suonare un campanello d’allarme per i responsabili politici perché correggano la rotta, e per i ricercatori e i cittadini perché si attivino per difendere il ruolo essenziale della scienza nella società. Si può firmare la petizione qui.
I responsabili delle politiche nazionali di un numero crescente di Stati membri dell’UE hanno completamente perso contatto con la reale situazione della ricerca scientifica in Europa.
Hanno scelto di ignorare il contributo decisivo che un forte settore della ricerca può dare all’economia, contributo particolarmente necessario nei paesi più duramente colpiti dalla crisi economica. Al contrario, essi hanno imposto rilevanti tagli di bilancio alla spesa per Ricerca e Sviluppo (R&S), rendendo questi paesi più vulnerabili nel medio e lungo termine a future crisi economiche. Tutto ciò è accaduto sotto lo sguardo compiacente delle istituzioni europee, più preoccupate del rispetto delle misure di austerità da parte degli Stati membri che del mantenimento e del miglioramento di un’infrastruttura di R&S, che possa servire a trasformare il modello produttivo esistente in uno, più robusto, basato sulla produzione di conoscenza.
Hanno scelto di ignorare che la ricerca non segue cicli politici; che a lungo termine, l’investimento sostenibile in R&S è fondamentale perché la scienza è una gara sulla lunga distanza; che alcuni dei suoi frutti potrebbero essere raccolti ora, ma altri possono richiedere generazioni per maturare; che, se non seminiamo oggi, i nostri figli non potranno avere gli strumenti per affrontare le sfide di domani. Invece, hanno seguito politiche cicliche d’investimento in R&S con un unico obiettivo in mente: abbassare il deficit annuo a un valore artificiosamente imposto dalle istituzioni europee e finanziarie, ignorando completamente i devastanti effetti che queste politiche stanno avendo sulla scienza e sul potenziale d’innovazione dei singoli Stati membri e di tutta l’Europa.
Hanno scelto di ignorare che l’investimento pubblico in R&S è un attrattore d’investimenti privati; che in uno “Stato innovatore” come gli Stati Uniti più della metà della crescita economica è avvenuta grazie all’innovazione, che ha radici nella ricerca di base finanziata dal governo federale. Invece, essi mantengono l’irrealistica aspettativa che l’aumento della spesa in R&S necessaria per raggiungere l’obiettivo della Strategia di Lisbona del 3% del PIL sarà raggiunto grazie al solo settore privato, mentre l’investimento pubblico in R&S viene ridotto. Una scelta in netto contrasto con il significativo calo del numero di aziende innovative in alcuni di questi paesi e con la prevalenza di aziende a dimensione familiare, tra le piccole e medie imprese, con senza alcuna capacità d’innovazione.
Hanno scelto di ignorare il tempo e le risorse necessarie per formare ricercatori. Al contrario, facendosi schermo della direttiva europea mirante alla riduzione del personale nel settore pubblico, hanno imposto agli istituti di ricerca e alle università pubbliche drastici tagli nel reclutamento che, insieme alla mancanza di opportunità nel settore privato, stanno innescando una “fuga di cervelli” dal Sud al Nord dell’Europa e al di fuori del continente stesso. Questo si traduce in un’irreversibile perdita d’investimenti e aggrava il divario in R&S tra gli Stati membri. Scoraggiati dalla mancanza di opportunità e dall’incertezza derivante dalla concatenazione di contratti a breve termine, molti scienziati stanno pensando di abbandonare la ricerca, incamminandosi lungo quella che, per sua natura, è una via senza ritorno. Invece di diminuire il deficit, questo esodo contribuisce a crearne uno nuovo: un deficit nella tecnologia, nell’innovazione e nella scoperta scientifica a livello europeo.
Hanno scelto di ignorare che la ricerca applicata non è altro che l’applicazione della ricerca di base e non è limitata a quelle ricerche con un impatto di mercato a breve termine, come alcuni politici sembrano credere. Invece, a livello nazionale ed europeo c’è una forte pressione per concentrarsi sui prodotti commercializzabili che non sono altro che i frutti che pendono dai rami più bassi dell’ intricato albero della ricerca: anche se alcuni dei suoi semi possono germinare in nuove scoperte fondamentali, affossando la ricerca di base si stanno lentamente uccidendone le radici.
Hanno scelto di ignorare come funziona il processo scientifico; che la ricerca richiede sperimentazione e che non tutti gli esperimenti avranno successo; che l’eccellenza è la punta di un iceberg che galleggia solo grazie alla gran massa di ghiaccio sommerso. Invece, la politica scientifica a livello nazionale ed europeo si è spostata verso il finanziamento di un numero sempre più limitato di gruppi di ricerca ben affermati, rendendo impossibile la diversificazione di cui avremmo bisogno per affrontare le sfide della società di domani. Inoltre, questo approccio basato sull’eccellenza sta aumentando il divario nella R&S tra gli Stati membri, poiché un piccolo numero di istituti di ricerca ben finanziati sta sistematicamente reclutando questo piccolo e selezionato gruppo di vincitori di finanziamenti.
Hanno scelto di ignorare la sinergia critica tra ricerca e istruzione. Anzi, hanno reciso il finanziamento della ricerca per le università pubbliche, abbassandone la qualità complessiva e minacciandone il ruolo di soggetti atti a favorire lo sviluppo di pari opportunità. E soprattutto, hanno scelto di ignorare il fatto che la ricerca non ha solo il compito di essere funzionale all’economia, ma anche di incrementare la conoscenza e il benessere sociale, anche per coloro che non hanno le risorse per pagarlo.
Hanno scelto di ignorare tutto questo, ma noi siamo determinati a ricordarglielo perché la loro ignoranza può costare il nostro futuro. Come ricercatori e come cittadini, formiamo una rete internazionale per promuovere lo scambio d’informazioni e di proposte. Ci stiamo impegnando in una serie d’iniziative a livello nazionale ed europeo per opporci fermamente alla distruzione sistematica delle infrastrutture di R&S nazionali e per contribuire alla costruzione di un’Europa sociale costruita dal basso. Sollecitiamo gli scienziati e tutti i cittadini a difendere questa posizione con noi. Non c’è altra possibilità. Lo dobbiamo ai nostri figli, e ai figli dei nostri figli.
Amaya Moro-MartínAstrophysicist; Space Telescope Science Institute, Baltimore (USA); EuroScience, Strasbourg; spokesperson of Investigación Digna (for Spain).
Gilles MirambeauHIV virologitst; Sorbonne Universités, UPMC Univ. Paris VI (France); IDIBAPS, Barcelona (Spain); EuroScience Strasbourg.
Rosario MaurittiSociologist; ISCTE, CIES-IUL, Lisbon (Portugal).
Sebastian RaupachPhysicist; initiator of “Perspektive statt Befristung” (Germany).
Jennifer RohnCancer cell biologist; Division of Medicine, University College London, London (UK); Chair of Science is Vital.
Francesco Sylos LabiniPhysicist; Enrico Fermi Center, Institute for Complex Systems (ISC-CNR), Rome (Italy); editor of Roars.it.
Varvara TrachanaCell biologist; Faculty of Medicine, School of Health Sciences, University of Thessaly, Larissa (Greece).
Alain TrautmannCancer immunologist; CNRS, Institut Cochin, Paris (France); former spokesman of “Sauvons la Recherche”.
Patrick LemaireEmbryologist; CNRS, Centre de Recherche de Biochimie Macromoléculaire, Universités of Montpellier; initiator and spokesman of “Sciences en Marche” (France).
Disclaimer: The views expressed by the signatories are not necessarily those of their employers.

Firma la Petizione qui


domenica 6 luglio 2014

Bignami chiede al Governo di ascoltare i ricercatori

Il Presidente dell'INAF chiede trasparenza e confronto a Matteo Renzi


Si moltiplicano le richieste al Governo, a partire dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ma anche al ministro MIUR, Stefania Giannini, di dare ascolto, in modo concreto alla comunità scientifica, nel mettere mano (ancora una volta) agli enti di ricerca.


E’ la volta dell’autorevole presidente dell’INAF, prof. Giovanni Bignami, il quale su L’Espresso, esprime (ancora meglio) concetti molto simili al nostro appello (cui ha aderito recentemente anche ANPRI-CIDA).


giovedì 3 luglio 2014

Schema di Risoluzione Proposto dal Relatore (Affare 235)

La Commissione,
      premesso che:

Affare Enti di Ricerca (Senato): schema di Risoluzione proposto

Riportiamo di seguito il resoconto sommario della seduta di ieri in cui il Senatore Bocchino ha presentato alla Commissione VII lo schema di risoluzione dell'Affare Enti di Ricerca. 
Seguirà nei prossimi giorni l'esame della Commissione, l'approvazione del testo definitivo è prevista per Martedì prossimo. Lo schema di risoluzione proposto dal Relatore accoglie (e rielabora) moltissime delle istanze e delle proposte presentate in sede di audizione dai vari soggetti interpellati (compresi noi). 

Non possiamo non accogliere con entusiasmo il coraggio dell'impianto complessivo assolutamente coerente con tutte le battaglie che Rete Ricerca Pubblica porta avanti da 4 anni e che aveva ribadito anche nella Lettera al Ministro Madia:

  • il varo di un piano pluriennale di rifinanziamento pubblico in ricerca e sviluppo con l’obiettivo di passare dall’attuale 0,52 per cento allo 0,7 per cento nel 2020 (circa 3 miliardi di euro in 7 anni), definendo allo stesso tempo, nell’ambito del Documento di economia e finanza (DEF), gli indirizzi e le priorità strategiche per gli interventi a favore della ricerca scientifica e tecnologica ed il quadro delle risorse finanziarie complessive (quelle già attivate e da attivare), e assicurando il coordinamento con le altre politiche nazionali (punto 1);
  • il superamento della frammentazione e della distinzione fra Epr Vigilati dal Miur ed Epr vigilati da altri Ministeri e il rispetto dell'autonomia degli EPR dalla politica;
  • lo "statuto speciale" rispetto al resto della PA (punto 11 dello schema), 
  • il sostegno all'uso della tenure-track, il suggerimento di superare il meccanismo delle piante organiche e sblocco del turnover (punto 6)
Tutti tasselli di quella riforma della Governance complessiva che chiediamo da anni e che nel testo è stata delineata al punto 10, "al fine di definire una politica unitaria della ricerca che sia realmente coordinata con le altre politiche nazionali, una governance del sistema della ricerca al livello della Presidenza del Consiglio che superi la distinzione fra EPR vigilati dal MIUR e quelli vigilati da altri Ministeri, nonché la distinzione artificiale fra EPR che svolgono attività di servizio ed EPR che svolgono attività di ricerca cosiddetta non strumentale, sancendo invece per tutti gli EPR la doppia natura di ente di ricerca, terzo ed indipendente, e la natura strumentale relativamente ad alcuni obiettivi che appartengono alla mission dei diversi Ministeri a vario titolo interessati o correlati con specifici enti. Tale governance unitaria, che deve comprendere anche la ricerca universitaria e quella privata, si deve realizzare attraverso tre livelli" con la previsione dell'istituzione di:
  • un comitato interministeriale presso la presidenza del consiglio
  • una consulta della ricerca
  • un'Agenzia Nazionale della ricerca (ANR)